Sapevo che da un
momento all’altro dovevo ricevere quella chiamata e stavo in attesa che il
telefono squillasse. Alla fine…….il driiin si fece sentire. Sollevai la
cornetta e la voce di mia moglie, presa dall’emozione, mi annunciò: “Sei
diventato nonno di una bella bambina!!!”Nonno…..?!Sul momento a sentirmi
attribuire l’appellativo di nonno mi sentii un po’ disorientato pur essendo
conscio che quella comunicazione doveva arrivare; nonostante mi colse
impreparato ad accettare la realtà di essere, da quel momento, entrato nel
rango dei nonni. Nella mia intimità, tacitamente, associavo il personaggio col
sinonimo di vecchiaia, ma mi ripresi subito, consolandomi deducendo che a
sessant’anni, età che avevo in quel momento, non mi sentivo, e resistevo a
considerarmi vecchio, tuttal’più attempato, maturo, ma non proprio vecchio.
Con queste considerazioni mulinandomi nella mente, mi rasserenai e mi
diressi verso la clinica a felicitarmi con la nuora, a farle omaggio di un
mazzo di fiori, e a conoscere la neonata.
La bambina stava nella culla in un padiglione separato dai visitatori da
una vetrata. Vedendo quella creatura che pareva mi stesse guardando fisso, fui
preso da un’ondata di tenerezza e nello stesso tempo orgoglioso della mia recente
condizione di nonno scomparendo ogni reticenza verso questo nuovo ruolo che
venivo a rappresentare.
Al mio fianco, guardando la nuova arrivata, c’era lo zio, fratello di
mia nuora. Poiché la bambina stava guardando, così ci parve, nella nostra direzione,
ci contendevamo gelosamente quello sguardo, come fosse indirizzato ad ognuno di
noi in particolare. Il buon senso prevalse, e ci accordammo, deducendo che con
una sola ora di vita non poteva distinguere ne nonni ne zii. Chissà cos’era che
attirava l’attenzione della creatura in quel luogo di questo mondo dove era
appena arrivata. Con la nascita della nipotina nacque un nuovo motivo di
stimolo che destava nuovi sentimenti di affetto e tenerezza più sereni e
tranquilli di quelli provati alla nascita dei propri figli, essendo allora
molto giovane, tutte le espressioni affettive erano più focose e appassionate.
Con il ruolo di nonno non si acquisiscono solo nuove manifestazioni affettive
ma anche qualche prestazione o collaborazione famigliare che permette a giovani
genitori di seguire le proprie occupazioni professionali. Ciò richiama dover
rinnovare le pratiche usate nel trattare i figli neonati, così ti trovi, di
tanto in tanto, con i nipotini in braccio che grati del trastullo ti
ricompensano con un regalino tiepido e umido sulla manica della camicia e sui
pantaloni. Più grandicelli all’ora di coricarsi mi chiedevano di raccontargli
una favola. Questo era un momeneto di pace e tenerezza, era il momento che si
ammansivano dopo una giornata di birichinate e di irrequietezza come solo i
bambini la vivono, tenendoci sempre attenti e vigilanti. Perciò questo era anche
il momento che preannunciava il riposo per loro e per noi. Le poche favole che
sapevo erano quelle che più o meno tutti sanno: Pinocchio, Biancaneve,
Cenerentola e qualche altra. Il mio repertorio era limitato, e spesso mi
sentivo dire: “Ma nonno quella me l’hai raccontata ieri sera!!!” E non avendo
altra scelta, poiché tutte le sapevano, molte per averle ascoltate e viste alla
televisione, decisi di inventare storie ricorrendo all’immaginazione e alla
fantasia. Così è nata quella dell’uomo forzuto che con uno starnuto sradicava
gli alberi della foresta…altra, dei due fratellini che si persero nel bosco e
dovettero passare la notte nella cavità di un vecchio e grosso albero
intimoriti udendo tanti strani e paurosi rumori che di notte si sentono in quei
luoghi tenebrosi: l’ululato del lupo, il lugubre canto della civetta, il
grugnire dell’orso che passò vicino a loro con i suoi passi striscianti causando
tra le foglie secche del suolo un scioo, scioo che li fece rabbrividire. Altra,
il matrimonio della pulce col pidocchio che come padrino scelsero il topo e per
madrina la gatta e, al finale della festa, tutti ebbri per la grappa e il vino
la madrina si mangiò il padrino. Il racconto non lo lasciavano scorrere e
seguire continuo ma spesso lo interrompevano con domande per mettere in
imbarazzo la mente più sveglia per dar loro delle risposte credibili e
coerenti. Oggi che tutti i nipoti sono già adulti mi ricordano certi passaggi
di quei racconti che più li impressionarono come: l’uomo forzuto che dovette
lottare con un mago di grandi poteri che si era invaghito della sua innamorata….il
scioo scioo dei passi dell’orso. Allora nella foga di inventare situazioni e
personaggi, non mi rendevo conto che drammatizzavo un po’ troppo, tanto che
invece di predisporli al sonno, succedeva il contrario e questo tardava ad
arrivare. Quando mi rendevo conto che la loro mente infantile non era ancora
avvezza alle forti impressioni e apparivano turbati, ricorrevo alla fata buona
con poteri illimitati che castigava i cattivi e premiava i buoni o a storie di
principi e principesse di regni fantastici, soavizzando così le emozioni. Di
tanto in tanto in queste sedute fiabesche intenzionate a conciliare il sonno,
succedeva che questo mi coglieva prima che loro e al mattino seguente si
burlavano e si vantavano di aver addormentato il nonno. Queste sono le cose
graziose che succedono assieme ad altre che non lo sono. Quando c’è un nonno in
famiglia non si può quantificare il valore della sua presenza, la carica
affettiva che trasmette, e se le sue condizioni di salute sono ancora buone,
tanto da rendersi utile, lo farà con la stessa responsabilità dei genitori nel
farsi carico dei nipoti. Mi riferisco al nonno essendo questa la mia
condizione. Ovviamente la nonna non è di meno nel dare le sue prestazioni ai
nipotini e come donna lo fa con qualche caratteristica diversa, propria della
sua condizione. Unendo questi due personaggi in seno alla famiglia, notiamo che
il compromesso ha un solo fine, amare e dedicarsi incondizionatamente ai
nipoti. Come accennai non tutto, e sempre, i rapporti sono grazia e miele, alle
volte si creano situazioni che comportano qualche screzio, dovuto come è
logico, a differenze createsi più che altro dalle diverse posizioni
generazionali. I nonni non possono attualizzarsi in molte cose e i nipoti no ci
pensano due volte per escludere la loro partecipazione nei loro problemi o
altre circostanze dove potrebbero apportare un sano e savio consiglio. Certe
situazioni conflittuali si danno con più frequenza nella scalata dall’adolescenza
all’età maggiore. Epoca che provoca i loro atteggiamenti smodati, anche se
privi di malintenzione, dettati da quella sfacciata spontaneità e sincerità
radicata nei loro impulsi giovanili. I nonni incassano senza dare alcun segno
di contrarietà, anzi sul loro volto si nota un’espressione di dolce
compatimento sperando nel momento di poter dimostrare che nel loro bagaglio di
esperienze c’è ancora molto di valido per orientare i nipoti con valori che li
favoriscano verso una convivenza serena e armoniosa in seno alla famiglia.
Una dimostrazione di mortificante comportamento nei miei riguardi l’ho
avuta un giorno dal mio nipotino di una decina d’anni, corta età, però già
esperto nel destreggiarsi con il computer. Mi avvicinai mentre stava operando
con l’apparato e gli dissi di lasciarmi provare a cercare dei dati, in sua
presenza e direzione; mi rispose con aria risaputa: “No nonno, tu non capisci e
non sai niente di queste cose…..”
Tale risposta non lasciò risentimento alcuno ma solo un pungente
dissapore. Come ricompensa rasserenante, mentre sto scrivendo queste righe,
driiin….suona il telefono….è la “bambina” che mi fece nonno trent’anni fa. Mi
chiama dall’Argentina dove nell’università di Buenos Aires è impegnata in un
master, dopo essersi laureata in sociologia, ed è proprio lei la nipote, quella
che più emozionavano i miei racconti che oggi mi sta rievocando…il scioo scioo
dei passi dell’orso sulle foglie secche sul suolo del bosco. Sembra ieri, un
soffio di tempo, invece sono passati già trent’anni. In questo periodo molti
cambi sono avvenuti nel nostro vivere quotidiano e così anche nei rapporti con
i nostri giovani. In ogni epoca nella convivenza si è verificato l’inevitabile
conflitto generazionale ma fin dal secolo scorso questo fenomeno si è
accentuato e accelerato dovuto al ritmo evolutivo progressista con il quale
questo succede, riflettendosi in ogni ambito del nostro vivere. Quindi i nostri
giovani devono seguire tale ritmo loro prerogativa che impone un nuovo modo di
vivere corrispondendo a nuove maniere di manifestarlo e questa dinamica
modifica il comportamento. Considerando l’età che ha compromesso le nostre
facoltà, è difficile seguire ed intendere gli avvenimenti che si susseguono
attorno a noi imponendoci nuovi valori e cambiamenti nella condotta umana,
augurandoci che questi non raffreddino gli affetti, il rispetto, la
considerazione. Ci rendiamo conto che i nostri giovani vivono il mondo attuale
complesso e mutevole, che obbedisce a canoni e principi concettuali diversi da
quelli che hanno retto la nostra esistenza. Hanno maggiori disponibilità
economiche e benessere, un punto a favore rispetto a non molto tempo fa quando
penurie e ristrettezze opprimevano la maggior parte della popolazione rendendo
difficile ogni prospettiva.
In queste linee ho tentato di dare una fisionomia alla mia immagine di
nonno, restando inteso che tutte le considerazioni e riflessioni sono personali
non intenzionate a generalizzare. Comunque stando alle evidenze, voglio
aggiungere che fra noi anziani non manca chi pretende di suggerire, e alle
volte imporre, ai giovani di questo tempo ideologie e teorie già obsolete,
valendosi dell’autorità morale che può dare l’età, al posto di soffermarci a
comprendere la realtà del mondo attuale che determina il comportamento dei
nostri giovani. Con un atteggiamento meno autoritario eviterebbero conflitti e
ribellioni in seno al nucleo familiare.
Al fine con una buona comunicazione intrinseca, e buona volontà da ambo
le parti, sono convinto che si possa ancora trasmettere loro certi valori
frutto e patrimonio delle nostre esperienze, risulatandone sicuramente una
convivenza più armonica e serena, cosa che tutti desideriamo nei rapporto con i
nostri giovani.
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