Custodire dei
sogni nel cassetto è cosa di tutti gli esseri umani e, come tale, anch’io tengo
i miei, cullandomi nella speranza che qualcuno di essi, nel momento propizio,
possa realizzarsi. Molti resteranno nel cassetto per sempre, nell’impossibilità
di essere soddisfatti, ma chissà, magari, anche sia uno solo di questi,
potrebbe un giorno materializzarsi e divenire realtà. Questa unica realtà
dovrebbe vedersi in una Pinzano e dintorni trasformata in una località elioidroterapica,
contando principalmente sulla risorsa, unica disponibile, del fiume
Tagliamento, sulla cui riva dovrebbe sorgere una colonia per la cura di
patologie compatibili con trattamenti idroterapici ed elioterapici. Questa
azienda di cura sarà il motivo per creare una corrente di persone che cerca
rimedio per i propri mali, ma nello stesso tempo servirebbe da traino per
vacanzieri e villeggianti, attratti dalla privilegiata ubicazione geografica di
Pinzano, ricco di paesaggi e panoramiche pittoresche come nessun’altra località
pedemontana può vantare. Le bellezze naturali che la circondano sono
attrattive, ma non bastano per se stesse a creare un flusso vacanziero. Sono
necessarie delle strutture e infrastrutture. Come prima necessità, ovviamente,
un albergo dotato di tutti i servizi necessari per ospitare il numero di
persone previsto dai piani logistici. A tal fine dovranno essere interessati a partecipare i cittadini
pinzanesi, mettendo a disposizione di un comitato turistico, case,
appartamenti, stanze che riuniscano le condizioni per affittare agli eventuali
utenti.
Prime di chiarire
altri punti inerenti a questa idea, devo riconoscere le difficoltà che
potrebbero sorgere dando diffusione al progetto con l’intenzione di
realizzarlo. Difficoltà di accettazione per parte della comunità, problemi
tecnici e finalmente il finanziamento. Questo dovrebbe pervenire da un ente
ufficiale con partecipazione privata o da qualche società imprenditoriale che
consideri redditizia l’inversione. Teoricamente non si può dubitare che non sia
proficua, e contando in partenza sul contributo delle risorse e attributi
naturali a disposizione. L’idea che Pinzano possa diventare una località
turistica e luogo di cura può prestarsi ad essere considerata un frutto della
fantasia, ma pensando a molte idee nate ed esposte da visionari, idealisti,
lungimiranti, che al primo giudizio sono apparse irrealizzabili, poi si sono
trasformate in realtà in un fatto compiuto. Ciò che mi convinse che questo
progetto, chiuso solo nella mia mente per tanto tempo, poteva materializzarsi,
fu una conversazione avvenuta alla fine degli anni sessanta, del secolo scorso,
con un noto imprenditore
pinzanese. Altra ragione che mi spinse a palesare e conversare sull’argomento
fu l’incontrarmi emigrato nel Venezuela, pensando a quanto meno amaro potrebbe
essere il pane guadagnato in patria, e più dolce ancora frutto del lavoro
svolto sul suolo natio. Un giorno trovandomi al “Fogolâr Furlan” di Caracas,
luogo d’incontro dei friulani, mi si avvicinò al tavolo dove stavo seduto in
attesa che mi servissero il pranzo, il compaesano uomo d’affari e magnate
dell’edilizia, avendo al suo attivo grandi opere come l’aver edificato e
urbanizzato rioni interi di Caracas. Mi salutò come sempre quando ci
incontravamo, con un “hola concugnado”, frase in spagnolo che richiamava i
tempi giovanili quando ci incontrammo corteggiando due sorelle. Dopo i
convenevoli consueti la conversazione proseguì su cose più o meno banali
riferenti al nostro paese. Il “Fogolâr” era il luogo dove si respirava
un’arietta nostalgica e spesso le conversazioni dei presenti seguivano il filo
che portava ai luoghi natii. Io non ero da meno e, considerando il personaggio
che avevo di fronte, le sue capacità, ed avendo inoltre questo legami col paese,
di cui potevo parlare, decisi di palesare il mio ipotetico piano sulla
possibile “Pinzano turistica”. Esposi i diversi punti rendendo più chiara
possibile l’idea. Seduto di fronte a me ascoltava con interesse la mia
esposizione anche quando volli aggiungere l’importanza delle bellezze
paesaggistiche delle nostra località. Su questo esitai un poco temendo di
cadere in sentimentalismi non consoni al dinamismo e alla concretezza del
pensiero degli uomini d’affari come il mio interlocutore. Comunque non mi trattenni
a lungo su questo punto anche se queste dovrebbero essere parte intrinseca del
piano. Parlammo ancora un po’ della parte redditizia e lucrativa dell’assunto,
poi da parte mia considerai esaurito lo sbozzo del progetto e così si concluse
la conversazione e, per mia soddisfazione, durante tutto il tempo mi dimostrò
attenzione e molto interesse. Ciò che mi spinse a parlare con il mio paesano
imprenditore furono dei buoni e appropriati motivi. Le sue capacità, le
possibilità finanziarie di realizzare, se si fosse dato il caso, tutto il
progetto integralmente, vale a dire, strutture, infrastrutture e organizzazione
logistica in modo che tutto funzionasse nel modo migliore, e considerai che
forse c’era anche l’ambizione di lasciare un’opera sua per il beneficio del
proprio paese. Al termine della conversazione la sua risposta fu breve e
laconica. Mi disse: “Mi piace molto il tuo progetto e potrebbe essere
fattibile, ed io potrei anche trovare il modo per finanziarlo, però tu dovresti
mettere d’accordo ed avere il consenso di tutti i pinzanesi su tutto ciò che
concerne la loro partecipazione e collaborazione.”
Questa breve
risposta, tinta con un po’ di acredine, suppongo venga da qualche esperienza
negativa risultata dal tratto con i pinzanesi durante il suo mandato di
sindaco, carica che disimpegnò negli anni immediati dopo la seconda guerra
mondiale. Forse il suo risentimento veniva da qualche paesano che non condivise
il suo operato come primo cittadino. Nel friulano, in genere, si può trovare un
pizzico di spirito di contraddizione, malfidenza, prevenzione in certe
proposizioni o compromessi, attitudini presenti nelle caratteristiche dei
nostri progenitori. Attributi acquisiti dalle vicende storiche, dalle tante
invasioni venute da tutte le parti, dalla povertà sofferta dalle genti della
nostra regione.
Dal momento in cui
avvenne la conversazione con l’imprenditore pinzanese sono passati già quasi
cinquant’anni, come dire quasi due generazioni. In questo periodo di tempo si
sono verificati cambiamenti come non mai, portando benessere e prosperità anche
in Friuli, lasciando di essere una regione depressa come sempre fu.
L’ondata di
benessere e progresso portò migliorie in tutti i campi, e con ciò il momento
delle realizzazioni, contando sui nostri giovani che hanno avuto agevolmente
accesso alla cultura frequentando licei e università, e istruzione e cultura
fanno si che si muovano con altra filosofia, con un dinamismo che rompe con i
vecchi schemi, assumendo un comportamento consono con un nuovo stile di vita,
privo di vecchi preconcetti e pregiudizi che intorpidivano il ragionamento
ampio elastico e costruttivo.
Ai giovani quindi la concezione di grandi progetti, di grandi imprese e
fra queste, trasformare Pinzano in una località turistica, essendo questa l’unica
risorsa che potrebbe dare un beneficio economico capillare a tutta la comunità.
Pinzano nel suo essere, come già accennato, ha dei vantaggi naturali, godendo
di una posizione geografica con attribuiti geofisici che la rendono, con i suoi
dintorni, paesaggisticamente attrattiva e pittoresca, e questa è una realtà
innegabile. Tutto intorno esistono strade, stradette, sentieri che rendono
accessibili le sue frazioni, le sue borgate, con un intorno ameno con
piantagioni da un lato e dall’altro prati, e i boschi con alberi secolari, di
varie tonalità di verde, un insieme dolce e invitante. Oltre alle bellezze
naturali, la corrente turistica che verrebbe a crearsi, esigerebbe delle
strutture e infrastrutture appropriate, lasciando tutto ciò logicamente ai professionisti
nella materia per dare forma e sviluppo al progetto. Pinzano sorge adossata a
due colline che la sovrastano, una è Cuelat e l’altra al lato, fu sede di un
castello medioevale i cui resti sono ridotti in rovina dal tempo. La parte
ancora in piedi crollò con il terremoto del maggio 1976 e rimangono ancora oggi
alcune vestigia visibili. Accennando alle risorse paesaggistiche è proprio da
questo colle che si può godere un panorama mozzafiato, spaziando la vista a 360
gradi. Volgendo lo sguardo a nord, dopo un breve tratto di dolci avvallamenti,
ascendendo in modo graduale, sorpassando le colline, ci si trova di fronte al
massiccio delle Prealpi Carniche. Verso ovest appaiono in primo piano le
spettacolari colline moreniche e, trovandocele davanti al nostro sguardo
all’ora del tramonto, ci mostrano un paesaggio suggestivo degno del pennello di
un pittore famoso, avendo per complemento l’inizio delle prealpi carniche sulle
quali si trova ubicata la rinomata località turistica Piancavallo che presta i suoi
servizi sia nelle stagioni estive che invernali. Nell’insieme dal colle si
domina un semicerchio montagnoso e nei pendii si distinguono, incastonati nel
verde a diverse altitudini, un paesino qua, uno là, intercalati tra valli e
torrenti, spiccando fra tutti il maestoso fiume Tagliamento, il cui letto
forma, con i suoi bracci, un arabescato disegno lungo il suo corso verso il
sud, spaccando la pianura friulana punteggiata di paesi e cittadelle fino a
perdita d’occhio nella lontananza. Interponendosi a questo panorama, prati e
campi che configurano forme geometriche e, nell’insieme, specialmente in
autunno, si arricchiscono di colorazioni diverse, formando un’enorme tavolozza.
Pinzano sorge su un falsopiano a 201 s.l.m. con leggeri dislivelli, in
una zona collinosa con vie di comunicazione che facilmente permettono di
raggiungere le città vicine. Tutt’intorno al paese esiste una rete stradale
atta per passeggiate comode e distensive e tra queste non si deve tralasciare
il ponte sul Taglimento, posto sullo stretto tra Pinzano e Ragogna, opera di
per se interessante e da qui, sia a nord che a sud, si possono ammirare
panorami molto suggestivi.
Altre camminate più impegnative portano alle borgate e sulla cima della
collina del castello e Cuelat, le due alture che sovrastano il paese, e per i
camminatori allenati, esistono illimitate possibilità per conoscere località
vicine dove potranno trovare bar, ristoranti o semplicemente punti di ristoro.
Per chi volesse o desiderasse assistere a funzioni religiose può farlo
tutti i giorni, e naturalmente nelle festività, nella chiesa parrocchiale dove
si possono ammirare opere di artisti famosi.
Fra le strutture di maggiore necessità le più importanti sarebbero, come
già detto, una colonia elioidroterapica sulla riva del Tagliamento, nello
stesso luogo dove già alla fine degli anni trenta del secolo scorso, fu
costruito in modo rudiementale qualcosa del genere con l’appellativo di
“colonia” che ospitò molti bambini della comunità pinzanese nella stagione
estiva, ricevendo benefici salutari sia dal sole che da un’alimentazione sana e
bilanciata. Il luogo non fu scelto a caso l’area, immediatamente dal lato nord,
si trova un lungo terrapieno, che preserva la zona dalle eventuali piene del
fiume.
E’ risaputo che l’aria e le acque del Tagliamento hanno per se stesse
proprietà terapeutiche, rilassanti e tonificanti per il corpo, ma il nuovo
stabilimento se dovesse sorgere, oltre la balneoterapia per patologie
specifiche, assistita da personale specializzato dotato di istallazioni moderne,
molte altre terapie potrebbero essere praticate a chi cerca benefici e
migliorie per la propria salute. Questo stabilimento di cura dovrebbe
costituire il traino principale del flusso turistico vacanziero che si formi
nella nostra località.
Per accedere al luogo esiste una comoda strada atta per autoveicoli, che
porta fin sulla riva del fiume. Quindi dovranno funzionare dei mezzi di
trasporto per passeggeri, che facciano la spola fra la colonia e il centro del
paese dove si incontrano i luoghi di soggiorno. Altra necessità imprescindibile
è uno stabile con aree da dedicarsi all’intratteniment, per ballo, concerti,
riunioni ecc.
E’ imprevedibile, oltretutto, stabilire con certezza quante e quali
infrastrutture si rendano necessarie per il buon funzionamento del progetto.
All’inizio molte saranno previste, altre sorgeranno in seguito, quando gli
stessi cittadini si troveranno coinvolti nel programma. Ritornando a ciò che
potremmo offrire ai nostri ospiti, saranno delle escursioni a località che
restano a un’ora o poco più distanti da Pinzano per raggiungerle in automezzo:
Austria, Slovenia, Venezia, Cortina e altre come la Carnia, Aquileia e le
nostre città di mare, quindi le domeniche e gli altri giorni festivi sono
realizzabili gite più o meno lontane con andata e ritorno giornaliero. Altro
diversivo sulla porta di casa sono le industrie vinicole di Pinzano e Valeriano
che potrebbero offrire assaggi dei loro vini ai possibili frequentatori dei
loro locali, degustando qualche specialità gastronomica friulana. A questi si
aggiungerà “Capramica” con le sue specialità. Nonché degli appuntamenti
enogastronomici possibili in molti luoghi di tutto il Friuli iniziando dai
nostri dintorni, tenendo presente la vicina San Daniele per il suo famoso
prosciutto. Mentre penso al possibile nucleo elioidroterapico di Pinzano, può
servire e spingere all’ottimismo positivista andando a ciò che significarono
per Anduins le sorgenti di acqua solforosa. Acqua, lo stesso genere, con altre
proprietà e caratteristiche terapeutiche che in tempi addietro furono usate
come elemento curativo. La loro commercializzazione ebbe notevole esito, dando
alla zona benessere e prosperità, tanto da giustificare la costruzione di
quattro alberghi, più la partecipazione dei privati, per dare ospitalità al
grande afflusso di villeggianti. Non solo, la stazione ferroviaria di Flagogna
fu costruita in funzione di facilitare le persone nell’avvicinamento alla
località delle acque solforose.
Anche Pinzano ebbe il suo dono della natura, a parte le bellezze
paesaggistiche che servono di complemento e di ornato gradevole alla vista; il
fiume Tagliamento che potrebbe costituire una risorsa per beneficiare i
pinzanesi, già stanchi di aver dovuto emigrare in ogni angolo del mondo in
cerca di migliori condizioni di vita.
Concludendo, è possibile che l’idea si presti per essere considerata, al
primo impatto, un parto visionario, immaginandosi Pinzano trasformata in una
località idroelioterapica e di villeggiatura. Ma tenendo presente gli attributi
ed elementi naturali presenti al fine proposto, potrebbe non essere del tutto
un sogno, un progetto campato in aria.
A prescindere dalle considerazioni, speculazioni e critiche che possa
causare questo prospetto, invito i pinzanesi ad immaginare il progetto
realizzato in piena evoluzione.
Il paese spopolato, assopito in un’inerzia stagnante, risorgerebbe
rivitalizzato da nuove attività, fonti di lavoro, impiego per i nostri giovani
così molti di loro incontrerebbero il modo di realizzarsi senza allontanarsi dalla propria casa.
Finalmente oso sperare che col tempo possa essere preso in considerazione il
progetto e diventi una realtà, anche fosse per i giovani attuali che possano
curarsi i malanni della vecchiaia nella colonia idroelioterapica di Pinzano. E
se ciò non si avverasse dovrò ricorrere alla già logora frase che recita:
“sognare non costa nulla”.
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