6 de noviembre de 2011

PINZANO LOCALITA’ TURISTICA E DI CURA?


Custodire dei sogni nel cassetto è cosa di tutti gli esseri umani e, come tale, anch’io tengo i miei, cullandomi nella speranza che qualcuno di essi, nel momento propizio, possa realizzarsi. Molti resteranno nel cassetto per sempre, nell’impossibilità di essere soddisfatti, ma chissà, magari, anche sia uno solo di questi, potrebbe un giorno materializzarsi e divenire realtà. Questa unica realtà dovrebbe vedersi in una Pinzano e dintorni trasformata in una località elioidroterapica, contando principalmente sulla risorsa, unica disponibile, del fiume Tagliamento, sulla cui riva dovrebbe sorgere una colonia per la cura di patologie compatibili con trattamenti idroterapici ed elioterapici. Questa azienda di cura sarà il motivo per creare una corrente di persone che cerca rimedio per i propri mali, ma nello stesso tempo servirebbe da traino per vacanzieri e villeggianti, attratti dalla privilegiata ubicazione geografica di Pinzano, ricco di paesaggi e panoramiche pittoresche come nessun’altra località pedemontana può vantare. Le bellezze naturali che la circondano sono attrattive, ma non bastano per se stesse a creare un flusso vacanziero. Sono necessarie delle strutture e infrastrutture. Come prima necessità, ovviamente, un albergo dotato di tutti i servizi necessari per ospitare il numero di persone previsto dai piani logistici. A tal fine dovranno essere  interessati a partecipare i cittadini pinzanesi, mettendo a disposizione di un comitato turistico, case, appartamenti, stanze che riuniscano le condizioni per affittare agli eventuali utenti.
Prime di chiarire altri punti inerenti a questa idea, devo riconoscere le difficoltà che potrebbero sorgere dando diffusione al progetto con l’intenzione di realizzarlo. Difficoltà di accettazione per parte della comunità, problemi tecnici e finalmente il finanziamento. Questo dovrebbe pervenire da un ente ufficiale con partecipazione privata o da qualche società imprenditoriale che consideri redditizia l’inversione. Teoricamente non si può dubitare che non sia proficua, e contando in partenza sul contributo delle risorse e attributi naturali a disposizione. L’idea che Pinzano possa diventare una località turistica e luogo di cura può prestarsi ad essere considerata un frutto della fantasia, ma pensando a molte idee nate ed esposte da visionari, idealisti, lungimiranti, che al primo giudizio sono apparse irrealizzabili, poi si sono trasformate in realtà in un fatto compiuto. Ciò che mi convinse che questo progetto, chiuso solo nella mia mente per tanto tempo, poteva materializzarsi, fu una conversazione avvenuta alla fine degli anni sessanta, del secolo scorso, con un  noto imprenditore pinzanese. Altra ragione che mi spinse a palesare e conversare sull’argomento fu l’incontrarmi emigrato nel Venezuela, pensando a quanto meno amaro potrebbe essere il pane guadagnato in patria, e più dolce ancora frutto del lavoro svolto sul suolo natio. Un giorno trovandomi al “Fogolâr Furlan” di Caracas, luogo d’incontro dei friulani, mi si avvicinò al tavolo dove stavo seduto in attesa che mi servissero il pranzo, il compaesano uomo d’affari e magnate dell’edilizia, avendo al suo attivo grandi opere come l’aver edificato e urbanizzato rioni interi di Caracas. Mi salutò come sempre quando ci incontravamo, con un “hola concugnado”, frase in spagnolo che richiamava i tempi giovanili quando ci incontrammo corteggiando due sorelle. Dopo i convenevoli consueti la conversazione proseguì su cose più o meno banali riferenti al nostro paese. Il “Fogolâr” era il luogo dove si respirava un’arietta nostalgica e spesso le conversazioni dei presenti seguivano il filo che portava ai luoghi natii. Io non ero da meno e, considerando il personaggio che avevo di fronte, le sue capacità, ed avendo inoltre questo legami col paese, di cui potevo parlare, decisi di palesare il mio ipotetico piano sulla possibile “Pinzano turistica”. Esposi i diversi punti rendendo più chiara possibile l’idea. Seduto di fronte a me ascoltava con interesse la mia esposizione anche quando volli aggiungere l’importanza delle bellezze paesaggistiche delle nostra località. Su questo esitai un poco temendo di cadere in sentimentalismi non consoni al dinamismo e alla concretezza del pensiero degli uomini d’affari come il mio interlocutore. Comunque non mi trattenni a lungo su questo punto anche se queste dovrebbero essere parte intrinseca del piano. Parlammo ancora un po’ della parte redditizia e lucrativa dell’assunto, poi da parte mia considerai esaurito lo sbozzo del progetto e così si concluse la conversazione e, per mia soddisfazione, durante tutto il tempo mi dimostrò attenzione e molto interesse. Ciò che mi spinse a parlare con il mio paesano imprenditore furono dei buoni e appropriati motivi. Le sue capacità, le possibilità finanziarie di realizzare, se si fosse dato il caso, tutto il progetto integralmente, vale a dire, strutture, infrastrutture e organizzazione logistica in modo che tutto funzionasse nel modo migliore, e considerai che forse c’era anche l’ambizione di lasciare un’opera sua per il beneficio del proprio paese. Al termine della conversazione la sua risposta fu breve e laconica. Mi disse: “Mi piace molto il tuo progetto e potrebbe essere fattibile, ed io potrei anche trovare il modo per finanziarlo, però tu dovresti mettere d’accordo ed avere il consenso di tutti i pinzanesi su tutto ciò che concerne la loro partecipazione e collaborazione.”
Questa breve risposta, tinta con un po’ di acredine, suppongo venga da qualche esperienza negativa risultata dal tratto con i pinzanesi durante il suo mandato di sindaco, carica che disimpegnò negli anni immediati dopo la seconda guerra mondiale. Forse il suo risentimento veniva da qualche paesano che non condivise il suo operato come primo cittadino. Nel friulano, in genere, si può trovare un pizzico di spirito di contraddizione, malfidenza, prevenzione in certe proposizioni o compromessi, attitudini presenti nelle caratteristiche dei nostri progenitori. Attributi acquisiti dalle vicende storiche, dalle tante invasioni venute da tutte le parti, dalla povertà sofferta dalle genti della nostra regione.
Dal momento in cui avvenne la conversazione con l’imprenditore pinzanese sono passati già quasi cinquant’anni, come dire quasi due generazioni. In questo periodo di tempo si sono verificati cambiamenti come non mai, portando benessere e prosperità anche in Friuli, lasciando di essere una regione depressa come sempre fu.
L’ondata di benessere e progresso portò migliorie in tutti i campi, e con ciò il momento delle realizzazioni, contando sui nostri giovani che hanno avuto agevolmente accesso alla cultura frequentando licei e università, e istruzione e cultura fanno si che si muovano con altra filosofia, con un dinamismo che rompe con i vecchi schemi, assumendo un comportamento consono con un nuovo stile di vita, privo di vecchi preconcetti e pregiudizi che intorpidivano il ragionamento ampio elastico e costruttivo.
Ai giovani quindi la concezione di grandi progetti, di grandi imprese e fra queste, trasformare Pinzano in una località turistica, essendo questa l’unica risorsa che potrebbe dare un beneficio economico capillare a tutta la comunità. Pinzano nel suo essere, come già accennato, ha dei vantaggi naturali, godendo di una posizione geografica con attribuiti geofisici che la rendono, con i suoi dintorni, paesaggisticamente attrattiva e pittoresca, e questa è una realtà innegabile. Tutto intorno esistono strade, stradette, sentieri che rendono accessibili le sue frazioni, le sue borgate, con un intorno ameno con piantagioni da un lato e dall’altro prati, e i boschi con alberi secolari, di varie tonalità di verde, un insieme dolce e invitante. Oltre alle bellezze naturali, la corrente turistica che verrebbe a crearsi, esigerebbe delle strutture e infrastrutture appropriate, lasciando tutto ciò logicamente ai professionisti nella materia per dare forma e sviluppo al progetto. Pinzano sorge adossata a due colline che la sovrastano, una è Cuelat e l’altra al lato, fu sede di un castello medioevale i cui resti sono ridotti in rovina dal tempo. La parte ancora in piedi crollò con il terremoto del maggio 1976 e rimangono ancora oggi alcune vestigia visibili. Accennando alle risorse paesaggistiche è proprio da questo colle che si può godere un panorama mozzafiato, spaziando la vista a 360 gradi. Volgendo lo sguardo a nord, dopo un breve tratto di dolci avvallamenti, ascendendo in modo graduale, sorpassando le colline, ci si trova di fronte al massiccio delle Prealpi Carniche. Verso ovest appaiono in primo piano le spettacolari colline moreniche e, trovandocele davanti al nostro sguardo all’ora del tramonto, ci mostrano un paesaggio suggestivo degno del pennello di un pittore famoso, avendo per complemento l’inizio delle prealpi carniche sulle quali si trova ubicata la rinomata località turistica Piancavallo che presta i suoi servizi sia nelle stagioni estive che invernali. Nell’insieme dal colle si domina un semicerchio montagnoso e nei pendii si distinguono, incastonati nel verde a diverse altitudini, un paesino qua, uno là, intercalati tra valli e torrenti, spiccando fra tutti il maestoso fiume Tagliamento, il cui letto forma, con i suoi bracci, un arabescato disegno lungo il suo corso verso il sud, spaccando la pianura friulana punteggiata di paesi e cittadelle fino a perdita d’occhio nella lontananza. Interponendosi a questo panorama, prati e campi che configurano forme geometriche e, nell’insieme, specialmente in autunno, si arricchiscono di colorazioni diverse, formando un’enorme tavolozza.
Pinzano sorge su un falsopiano a 201 s.l.m. con leggeri dislivelli, in una zona collinosa con vie di comunicazione che facilmente permettono di raggiungere le città vicine. Tutt’intorno al paese esiste una rete stradale atta per passeggiate comode e distensive e tra queste non si deve tralasciare il ponte sul Taglimento, posto sullo stretto tra Pinzano e Ragogna, opera di per se interessante e da qui, sia a nord che a sud, si possono ammirare panorami molto suggestivi.
Altre camminate più impegnative portano alle borgate e sulla cima della collina del castello e Cuelat, le due alture che sovrastano il paese, e per i camminatori allenati, esistono illimitate possibilità per conoscere località vicine dove potranno trovare bar, ristoranti o semplicemente punti di ristoro.
Per chi volesse o desiderasse assistere a funzioni religiose può farlo tutti i giorni, e naturalmente nelle festività, nella chiesa parrocchiale dove si possono ammirare opere di artisti famosi.
Fra le strutture di maggiore necessità le più importanti sarebbero, come già detto, una colonia elioidroterapica sulla riva del Tagliamento, nello stesso luogo dove già alla fine degli anni trenta del secolo scorso, fu costruito in modo rudiementale qualcosa del genere con l’appellativo di “colonia” che ospitò molti bambini della comunità pinzanese nella stagione estiva, ricevendo benefici salutari sia dal sole che da un’alimentazione sana e bilanciata. Il luogo non fu scelto a caso l’area, immediatamente dal lato nord, si trova un lungo terrapieno, che preserva la zona dalle eventuali piene del fiume.
E’ risaputo che l’aria e le acque del Tagliamento hanno per se stesse proprietà terapeutiche, rilassanti e tonificanti per il corpo, ma il nuovo stabilimento se dovesse sorgere, oltre la balneoterapia per patologie specifiche, assistita da personale specializzato dotato di istallazioni moderne, molte altre terapie potrebbero essere praticate a chi cerca benefici e migliorie per la propria salute. Questo stabilimento di cura dovrebbe costituire il traino principale del flusso turistico vacanziero che si formi nella nostra località.
Per accedere al luogo esiste una comoda strada atta per autoveicoli, che porta fin sulla riva del fiume. Quindi dovranno funzionare dei mezzi di trasporto per passeggeri, che facciano la spola fra la colonia e il centro del paese dove si incontrano i luoghi di soggiorno. Altra necessità imprescindibile è uno stabile con aree da dedicarsi all’intratteniment, per ballo, concerti, riunioni ecc.
E’ imprevedibile, oltretutto, stabilire con certezza quante e quali infrastrutture si rendano necessarie per il buon funzionamento del progetto. All’inizio molte saranno previste, altre sorgeranno in seguito, quando gli stessi cittadini si troveranno coinvolti nel programma. Ritornando a ciò che potremmo offrire ai nostri ospiti, saranno delle escursioni a località che restano a un’ora o poco più distanti da Pinzano per raggiungerle in automezzo: Austria, Slovenia, Venezia, Cortina e altre come la Carnia, Aquileia e le nostre città di mare, quindi le domeniche e gli altri giorni festivi sono realizzabili gite più o meno lontane con andata e ritorno giornaliero. Altro diversivo sulla porta di casa sono le industrie vinicole di Pinzano e Valeriano che potrebbero offrire assaggi dei loro vini ai possibili frequentatori dei loro locali, degustando qualche specialità gastronomica friulana. A questi si aggiungerà “Capramica” con le sue specialità. Nonché degli appuntamenti enogastronomici possibili in molti luoghi di tutto il Friuli iniziando dai nostri dintorni, tenendo presente la vicina San Daniele per il suo famoso prosciutto. Mentre penso al possibile nucleo elioidroterapico di Pinzano, può servire e spingere all’ottimismo positivista andando a ciò che significarono per Anduins le sorgenti di acqua solforosa. Acqua, lo stesso genere, con altre proprietà e caratteristiche terapeutiche che in tempi addietro furono usate come elemento curativo. La loro commercializzazione ebbe notevole esito, dando alla zona benessere e prosperità, tanto da giustificare la costruzione di quattro alberghi, più la partecipazione dei privati, per dare ospitalità al grande afflusso di villeggianti. Non solo, la stazione ferroviaria di Flagogna fu costruita in funzione di facilitare le persone nell’avvicinamento alla località delle acque solforose.
Anche Pinzano ebbe il suo dono della natura, a parte le bellezze paesaggistiche che servono di complemento e di ornato gradevole alla vista; il fiume Tagliamento che potrebbe costituire una risorsa per beneficiare i pinzanesi, già stanchi di aver dovuto emigrare in ogni angolo del mondo in cerca di migliori condizioni di vita.
Concludendo, è possibile che l’idea si presti per essere considerata, al primo impatto, un parto visionario, immaginandosi Pinzano trasformata in una località idroelioterapica e di villeggiatura. Ma tenendo presente gli attributi ed elementi naturali presenti al fine proposto, potrebbe non essere del tutto un sogno, un progetto campato in aria.
A prescindere dalle considerazioni, speculazioni e critiche che possa causare questo prospetto, invito i pinzanesi ad immaginare il progetto realizzato in piena evoluzione.
Il paese spopolato, assopito in un’inerzia stagnante, risorgerebbe rivitalizzato da nuove attività, fonti di lavoro, impiego per i nostri giovani così molti di loro incontrerebbero il modo di realizzarsi senza  allontanarsi dalla propria casa. Finalmente oso sperare che col tempo possa essere preso in considerazione il progetto e diventi una realtà, anche fosse per i giovani attuali che possano curarsi i malanni della vecchiaia nella colonia idroelioterapica di Pinzano. E se ciò non si avverasse dovrò ricorrere alla già logora frase che recita: “sognare non costa nulla”.

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