Mattia è solo un Mattia fra tanti, un umile cittadino che non ha nulla a
che vedere con il famoso “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello. E’ un
radiotecnico, un amico che sempre si è comportato in modo normale, corretto,
equilibrato, ma….da un tempo a questa parte, spesso, nelle sue conversazioni,
gli argomenti sono diversi dal frasario dal frasario convenzionale e dal
discorrere comune. Mi fa pensare, stando a certe espressioni, che l’uomo sia un
po’ fissato quando si riferisce al tempo e al modo di impiegarlo. L’uso del
tempo, ultimamente per lui, mi stavo dando conto che era diventato ossessivo,
specialmente quando si trattava di disporre le priorità d’impiego, scordandosi
che questo fenomeno astratto ha mille forme e colori nelle sue manifestazioni.
E’ fuggente, piacevole, doloroso, corto, lungo, a seconda dell’impiego che se
ne faccia; allegro, triste secondo le circostanze in cui ci si trova
involucrati e ha infinite altre forme ancora. Ora Mattia, riferendosi al tempo,
ricorreva ripetutamente a molte frasi fatte, quali: “Haa, come passa veloce il
tempo, già siamo a fine anno, mi sembra ieri che i miei figli erano bambini e
già mi hanno fatto nonno.”
“Si il tempo passa e dovrei fare tante cose ma non ci riesco, non riesco
a coordinare le priorità che più mi interesserebbe fossero esaudite.” Altra
espressione sul tema era lamentarsi che un altro giorno se n’era andato ed
altre ancora avevano sempre il tempo negativo come protagonista. Il ripetersi
troppo spesso di queste lamentele è l’evidenza che Mattia è vittima di una
forma maniacale contro il tempo. Non accetta più di essere ricordato al suo
compleanno e mal sopporta le feste di fine anno. Mi sorprese un giorno
dimostrandosi sereno e tranquillo nella conversazione dicendomi: “Da tanti anni
penso a qualcosa per misurare il tempo a modo mio”. Ciò aumentò la mia
attenzione e curiosità su ciò che volesse dire. Pensai che avesse inventato un
nuovo tipo di orologio, come se non ne avessimo già un’infinità per ogni
necessità, e prestazione, per misurare il tempo. Continuò “Vedi oggi mi sono seduto
e ho fatto un po’ di conti: una persona in medi dovrebbe vivere settantacinque
anni, alcuni vivono di più, altri vivono di meno, però la media è quella.”
Allora moltiplicò 75 per le 52 settimane all’anno e mi diede 3900 che è il
numero di sabati che una persona dovrebbe trascorrere in tutta la sua vita.
Trascorsi molto tempo a pensando a tutto questo e, giunto a 55 anni, mi diedi
conto che avevo vissuto più di duemilaottocento sabati! Pensai allora che se
arrivassi ai 75 anni mi resterebbero solo mille sabati per vivere e godere il
resto della mia vita. A questo punto visitai tre o quattro negozi di giocattoli
e comprai mille palline di vetro, come quelle con cui giocavamo a boccette e a
spanna da bambini.
In casa le depositai in un vaso di cristallo trasparente. Ogni sabato,
partendo da allora, prendevo una pallina e la buttavo nel cesto dei rifiuti.
Vedendo diminuire le palline mi sentivo pressionato verso il compimento delle
cose veramente importanti della mia vita.
Ora ti dirò, prima di lasciarci, stamattina ho tolto l’ultima pallina
dal vaso di cristallo……Allora mi diedi conto che, se vivo fino al prossimo
sabato, mi sarà concesso un po’ più di tempo, un po’ più di vita…..e se c’è
qualcosa che tutti apprezziamo è poter disporre di tempo supplementare.
Strano modo usava Mattia per controllare il tempo che poteva rimanergli
come risiedente di questo mondo, quando ogni giorno, purtroppo, fatti e cose ci
ricordano di tenere la valigia pronta per il fatale viaggio che tutti dovremo
compiere un giorno quando la tenebrosa signora della falce reclamerà la sua
vittoria dopo averci dato tutta la vita di vantaggio.
Mattia, dal momento che buttò l’ultima pallina, ogni giorno faceva
qualcosa di inconsueto nelle sue abitudini. Portava la famiglia a mangiare
fuori al ristorante, comprava fiori alla moglie, la svegliava al mattino con un
bacio, invitava i figli a giocare a carte, cosa che sempre gli piacque però non
aveva potuto praticare questo gioco a suo gusto; insomma da quel giorno Mattia
era come se avesse acquistato una nuova personalità. I familiari erano
perplessi per questo cambio, ma non riuscivano ad attribuire una chiara causa a
tale comportamento che non avendo effetti negativi non li preoccupava
maggiormente. Io che ero venuto a conoscenza del suo “pallino” per le palline,
vedevo e giudicavo, e non potevo ignorare la fissazione che Mattia aveva
dedicato al tempo. Se l’avesse presa con il tempo come fenomeno meteorologico
che ha qualcosa di tangibile, sarebbe rimasto con i piedi a terra, ma filare su
quello spazio intoccabile, impalpabile, indefinito fenomeno che fluisce
inarrestabile in una successione di istanti, è follia. Più strano è perdere la
sua nozione a beneficio della nostra pace e serenità. Auguriamoci che Mattia
possa attendere alle sue priorità e che la tenebrosa signora della falce tardi
il più possibile a presentarsi al suo cospetto reclamandogli il suo tempo ormai
scaduto.
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